Lucia di Lammermoor
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Lucia di Lammermoor – Gaetano Donizetti
Opera | Contemporanea
Durata: 3 ore e 15 minuti, incluso un intervallo
Lingua: Italiano
Soprattitoli: Ungherese, Inglese, Italiano
Lucia di Lammermoor rappresenta perfettamente lo stile italiano della sua epoca: l’incarnazione ideale del periodo che precede Bellini e Verdi, e dell’opera italiana belcantistica, melodica e sentimentale. Tra le 67 opere composte da Donizetti, questa occupa forse il posto più importante: sebbene le sue opere comiche siano le più rappresentate, è in questo dramma che il grande umorista ha concentrato tutta la sua abilità teatrale. La musica, così come il libretto di Cammarano, riflette meravigliosamente la passione e l’atmosfera sovrannaturale del romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott, da cui è tratta. Una faida secolare tra due famiglie spinge avanti questa storia d’amore, che è diventata un classico del repertorio operistico sin dalla sua nascita.
Il dramma di Lucia, che finisce per perdere la ragione a causa delle decisioni imposte dalle circostanze, viene presentato all’Opera in una produzione firmata da Máté Szabó.
Età consigliata: Lo spettacolo non è raccomandato ai bambini sotto i 14 anni.
Trama
L'azione si svolge in Scozia, agli inizi del XVIII secolo, nel castello di Ravenswood.
Antefatto
La nobile famiglia Ashton[10], alla quale appartengono i fratelli Enrico e Lucia, ha usurpato i beni e il castello della famiglia Ravenswood, il cui unico erede è Edgardo. Edgardo e Lucia si amano segretamente.
Parte prima (La partenza)
Atto unico, quadro primo - Durante una battuta di caccia, Lord Enrico Ashton viene a sapere (da Normanno) dell'amore di Lucia per l'odiato Edgardo e giura di ostacolarlo con ogni mezzo.
Atto unico, quadro secondo - Nel parco del castello, Lucia attende Edgardo e racconta ad Alisa, sua dama di compagnia, l'antica lugubre storia di un Ravenswood che in quello stesso luogo uccise per gelosia la propria amata il cui fantasma, da quel giorno, si aggira inquieto presso la fontana. Lucia le confessa di avere visto ella stessa il fantasma (Regnava nel silenzio). Alisa interpreta il racconto come un cattivo presagio e mette in guardia Lucia dal rischio di subire la stessa sorte.
Edgardo annuncia a Lucia di dovere partire per difendere le sorti della Scozia. Ma prima intende stendere la mano in segno di pace al fratello di lei, Enrico, chiedendola in sposa. Lucia, consapevole dell'odio serbato dal proprio fratello nei confronti di Edgardo, chiede a quest'ultimo di attendere ancora. Edgardo e Lucia si scambiano gli anelli nuziali e si congedano giurandosi amore e fedeltà eterni (Verranno a te sull'aure).
Parte seconda (Il contratto nuziale)
Atto primo, quadro primo - Le lotte politiche che sconvolgono la Scozia indeboliscono il partito degli Ashton e avvantaggiano quello di Edgardo. Enrico, per riequilibrare le sorti della contesa e salvare la sua casata, impone alla sorella di sposare un uomo ricco e potente, Lord Arturo Bucklaw. Al rifiuto della fanciulla, che non ha mai ricevuto lettere di Edgardo poiché le stesse sono state intercettate e occultate da Enrico e da Normanno (armigero della casata Ravenswood), egli le dice che Edgardo ha giurato fede di sposo a un'altra donna, offrendole quale prova una falsa lettera, e con l'aiuto di Raimondo, direttore spirituale della ragazza, la convince ad accettare le nozze con Arturo.
Atto primo, quadro secondo - Arturo attende trepidante la promessa sposa all'altare. Lucia, sconvolta, firma il contratto nuziale, ma la cerimonia è sconvolta dall'inattesa irruzione di Edgardo (Chi mi frena in tal momento). Alla vista del contratto nuziale firmato da Lucia il giovane maledice l'amata e calpesta l'anello che lei gli aveva regalato. Lucia, impietrita dalla disperazione, gli ridà il suo.
Atto secondo, quadro primo - Enrico ed Edgardo si incontrano presso la torre di Wolferag e decidono di porre fine a ogni discordia con un duello, che viene fissato per il giorno dopo all'alba.
Atto secondo, quadro secondo - Al castello, la lieta festa nuziale viene interrotta da Raimondo, che tremante comunica agli invitati la notizia che Lucia, impazzita dal dolore, ha ucciso Arturo durante la prima notte di nozze (Dalle stanze ove Lucia). Lucia, fuori di sé, compare tra gli invitati con un pugnale tra le mani e gli abiti insanguinati. Ella crede di vedere Edgardo, immagina le sue nozze tanto desiderate con lui e lo invoca. Mentre il coro la compiange, entra Enrico, che saputo del misfatto, fa per uccidere la sorella, ma Raimondo e Alisa lo fermano, mostrandogli le condizioni in cui versa la fanciulla. Lucia si scuote: crede di avere sentito Edgardo ripudiarla e gettare a terra l'anello che si erano scambiati. Lucia non regge al dolore, e muore nello sconcerto generale. Enrico fa portare via Lucia, mentre Raimondo accusa Normanno, il capo degli armigeri, di essere il responsabile della tragedia.
Atto secondo, quadro terzo - Giunto all'alba tra le tombe dei Ravenswood per battersi in duello con Enrico, Edgardo medita di farsi uccidere. D'improvviso è turbato dall'arrivo di una processione proveniente dal castello dei Lammermoor, piangendo la sorte di Lucia. La campana a morto annuncia la morte della ragazza. Edgardo, che non può vivere senza di lei, si trafigge con un pugnale (Tu che a Dio spiegasti l'ali).
Programma e cast
Direttore d’orchestra: János Kovács
Enrico – Michele Kalmandy, Alexandru Agache
Lucia – Erika Miklósa, Zita Szemere
Edgardo – István Horváth, Adorján Pataki
Arturo – Tibor Szappanos
Raimondo – István Kovács
Alisa – Lusine Sahakyan
Normanno – Balázs Papp
Con l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche dell’Opera di Stato Ungherese
Regia: Máté Szabó
Scene: Balázs Cziegler
Costumi: Ildi Tihanyi
Coreografia: Csaba Sebestyén
Drammaturgia e traduzione ungherese: Eszter Orbán
Traduzione inglese: Arthur Roger Crane
Maestro del coro: Gábor Csiki
Teatro dell'Opera di Budapest
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Il Teatro dell'Opera di Budapest (Magyar Állami Operaház in ungherese) è uno dei maggiori esempi di architettura neorinascimentale. Si trova a Pest in Andrássy út 20.
Costruito da Miklós Ybl tra il 1875 e il 1884, è un edificio riccamente decorato, ed è considerato uno dei suoi capolavori. In stile neorinascimentale con elementi barocchi, è arricchito con affreschi e sculture di Bertalan Székely,Mór Than e Károly Lotz.
Di fronte alla facciata vi sono le statue di Ferenc Erkel, compositore dell'inno nazionale, e del compositore classicoFranz Liszt, entrambe di Alajos Stróbl.
Gustav Mahler ne fu direttore dal 1888 al 1891.