Faust

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FAUST – Charles Gounod
Opera in cinque atti, in francese, con sottotitoli in ungherese, inglese e francese
Durata dello spettacolo: 3 ore e 40 minuti, con 2 intervalli.

 

L’opera grandiosa francese di Gounod è stata un elemento indispensabile nel repertorio di qualsiasi compagnia d'opera che si rispetti e, fino ad oggi, rimane tra le opere più frequentemente rappresentate. L'obiettivo del compositore non era l'adattamento operistico del capolavoro di Goethe. Nato dal libretto di Jules Barbier e Michel Carré, è emerso un dramma profumato e nebbioso, arricchito da elementi di romanticismo e horror, nonché da motivi gotici: una storia di romanticismo, soprannaturale, religione e la lotta eterna contro i poteri satanici.

 

 

Trama

L'opera, in cinque atti, è ambientata nella Germania del XVI secolo.

 

Atto primo

Il vecchio dottor Faust, stanco della vita e delle delusioni ricevute dalla ricerca e dalla conoscenza, tenta il suicidio con il veleno: il canto di un coro religioso lo interrompe, ed egli invoca l'intervento del demonio. Méphistophélès appare (duetto: Me voici): il diavolo si impegna a soddisfare i desideri di Faust se egli gli donerà l'anima. Faust acconsente, dopo aver visto l'immagine mostratagli da Mefistofele di una bella ragazza intenta a filare: Marguerite.

 

Atto secondo

Alle porte della città, Valentin parte per la guerra ed affida sua sorella Margherita all'amico Siebel. Méphistophélès appare e canta una canzone sul Vitello d'oro (Le veau d'or). Méphistophélès fa delle allusioni pesanti su Marguerite e Valentin tenta di affrontarlo a duello con la spada, la quale va in frantumi. Valentin e il coro usano la croce dell'elsa della loro spada contro quello che hanno capito essere una potenza infernale.
Méphistophélès si unisce a Faust ed agli abitanti del villaggio nel ballo di un valzer (Ainsi que la brise légère). Marguerite con vergogna rifiuta l'abbraccio di Faust.

 

Atto terzo

Nel giardino di fronte alla casa di Marguerite, Siebel, innamorato della ragazza, le porta un mazzo di fiori (Faites-lui mes aveux). Prima che la ragazza ritorni, arrivano anche Faust e Méphistophélès che lasciano un omaggio per Marguerite: quest'ultima arriva, pensando al fugace incontro con Faust prima, e si imbatte nei due regali, il mazzo di fiori e un pacchetto molto grande, che scopre, aprendolo, essere pieno di gioielli. Ritornano Méphistophélès e Faust: mentre il diavolo si intrattiene con la vicina di casa Marthe, Faust e Marguerite, lasciati soli, si abbandonano l'uno all'altra, nonostante i primi tentennamenti della ragazza (Laisse-moi, laisse-moi, contempler ton visage).

 

Atto quarto

Dopo cinque mesi, Marguerite è in avanzato stato di gravidanza, e viene abbandonata prima da Faust, poi dalla gente del villaggio che inizia a mormorare su di lui; solo Siébel le sta accanto. In chiesa, Marguerite prova a pregare ma è fermata da Méphistophélès e da un coro di demoni che le impediscono di pregare e le annunciano la dannazione infernale.
I soldati ritornano dalla guerra, e Valentin chiede all'amico Siebel della sorella: il ragazzo non ha il coraggio di raccontargli la verità, e Valentin apprende da solo la condizione di Marguerite e la vergogna della sua famiglia. La goccia che fa traboccare il vaso è il sentire Méphistophélès che, fuori casa, canta una serenata allusiva e volgare sotto la finestra di Marguerite (Vous qui faites l'endormie). Valentin esce, furibondo, volendo sfidare a duello chi ha oltraggiato la sua famiglia, ma finisce ucciso da Faust, che fugge con Méphistophélès. Marguerite accorre quando è troppo tardi, e viene maledetta dal fratello moribondo.

 

Atto quinto

Sulle montagne dello Harz, Méphistophélès mostra a Faust il sabba infernale. Il dottore tuttavia ha una visione di Marguerite e chiede di lei. La ragazza è stata incarcerata per aver ucciso il bambino avuto da Faust.
Faust e il demonio entrano nella prigione di Marguerite: la ragazza tuttavia, pur essendo ancora innamorata, rifiuta di seguire Faust e invoca il perdono divino. La grazia, inattesa, arriva: Marguerite viene redenta, mentre Méphitophélès sprofonda ancora all'inferno.

Programma e cast

Direttore: János Kovács
Faust: Andrei Danilov
Méphistophélès: Péter Kálmán, Gábor Bretz
Valentin: Zsolt Haja
Wagner: Máté Fülep
Margherita: Orsolya Sáfár, Ildikó Megyimórecz
Siebel: Zsófia Kálnay
Marthe: Bernadett Wiedemann

 

Con l'Orchestra e il Coro del Teatro dell'Opera di Stato ungherese

 

Compositore: Charles Gounod
Libretto basato sull'opera di Johann Wolfgang von Goethe di Jules Barbier, Michel Carré
Regista: Michał Znaniecki
Costumista: Luigi Scoglio
Assistente scenografo: Alejandro Contreras Cortés
Costumista: Ana Ramos Aguayo
Lighting e projection designer: Bogumił Palewicz
Coreografa: Marianna Venekei
Drammaturga, traduzione ungherese: Judit Kenesey
Traduzione inglese di Arthur Roger Crane
Maestro del coro: Gábor Csiki

Galleria fotografica
Pályi Zsófia, Rákossy Péter
© Pályi Zsófia, Rákossy Péter
Pályi Zsófia, Rákossy Péter
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Teatro dell'Opera di Budapest

INFORMAZIONI IN CASO DI PIENO CASA!

Se tutti i posti sono esauriti per l'orario selezionato, ma desideri comunque vedere la nostra produzione in quel giorno, inizieremo a vendere 84 dei nostri posti in piedi estremamente convenienti 2 ore prima dell'inizio dello spettacolo, con i quali potrai visitare il galleria al 3° piano. I biglietti possono essere acquistati presso la biglietteria del Teatro dell'Opera e sulla nostra interfaccia online. Vorremmo richiamare la vostra attenzione sul fatto che il palco è visibile solo in misura limitata dai posti in piedi e dai sedili laterali, ma allo stesso tempo, il seguito dello spettacolo è supportato anche dalla trasmissione televisiva sul posto.

 

Il Teatro dell'Opera di Budapest (Magyar Állami Operaház in ungherese) è uno dei maggiori esempi di architettura neorinascimentale. Si trova a Pest in Andrássy út 20.

 

Costruito da Miklós Ybl tra il 1875 e il 1884, è un edificio riccamente decorato, ed è considerato uno dei suoi capolavori. In stile neorinascimentale con elementi barocchi, è arricchito con affreschi e sculture di Bertalan Székely,Mór Than e Károly Lotz.

 

Di fronte alla facciata vi sono le statue di Ferenc Erkel, compositore dell'inno nazionale, e del compositore classicoFranz Liszt, entrambe di Alajos Stróbl.

Gustav Mahler ne fu direttore dal 1888 al 1891.

Attila Nagy
© Pályi Zsófia, Rákossy Péter
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